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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A
AMORE UNICO A DUE DIMENSIONI
“Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti” (Mt 22,40)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, sembra che la parola «amore» sia la più usata in tutte le lingue: di certo è la più svilita, e in ogni caso usata in senso ambiguo. Con questa parola si indicano delle realtà diametralmente opposte a quelle del suo vero significato.
L'amore, del quale parla la liturgia di oggi, è il più bello, il più puro, il più nobile, il più fecondo che possa esserci: è l'amore di Dio e del prossimo.
Sono due amori diversi? No, e non solo sono inscindibili, ma ne formano uno solo. È lo stesso impulso di amore che ci fa amare Dio e il prossimo.
La celebrazione eucaristica alla quale partecipiamo tutti insieme, ci aiuti ad incontrare Dio, nostro Padre, e a rinsaldare i nostri legami fraterni.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Sappiamo vedere nel nostro prossimo l'immagine di Dio? Consideriamo il fratello come un altro Cristo, che dobbiamo amare e servire?
- Cerchiamo di non ingannare noi stessi pretendendo di amare Dio, e rifiutando nello stesso tempo di perdonare ai fratelli e di andar in loro aiuto nelle necessità.
- Nella nostra società del benessere e del guadagno, così disumana e perfino crudele, sappiamo prendere la difesa degli sfruttati? Ci preoccupiamo degli stranieri e degli immigrati?
2. Invocazioni
- Signore, che sei l'Amore e vuoi che anche noi siamo «amore»: abbi pietà di noi.
- Cristo, che ci mostri il tuo amore come modello ed esempio per il nostro, abbi pietà di noi.
- Signore, Amore personale del Padre e del Figlio, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Es 22,20-26): I doveri della carità verso I più indifesi
Il brano precisa i doveri di giustizia e di carità che abbiamo verso i più deboli e i più miseri: gli stranieri, le vedove, gli orfani, gli indigenti.
a. Il testo non pretende certo di esporre tutti i casi che riguardano l'amore del prossimo; ma, pur limitandosi alle pietose situazioni dei più miseri, ci mostra di quale spirito dovrebbero essere permeate le relazioni umane.
b. Se a questi poveri mancano sostegno e difesa, sarà Dio stesso il loro difensore. Se sono vittime dell'ingiustizia e si appellano a lui, egli andrà in loro aiuto e punirà i colpevoli.
c. E il Vangelo va anche più lontano: Gesù stesso si identifica con i poveri, e considera come fatto a sé, ciò che viene fatto ai poveri, sia di bene che di male.
Salmo responsoriale (Sal 17): Canto di ringraziamento
Il re è stato liberato dai pericoli che lo minacciavano e manifesta a Dio la sua profonda riconoscenza. E quante volte il Signore ha salvato anche noi dalle potenze del male? Salga dalle nostre labbra il canto di ringraziamento per tutti i benefici di cui ha ricolmato la nostra vita.
Rit.: Ti amo, Signore, mia forza.
Seconda lettura (1 Ts 1,5-10): Una comunità esemplare
Per il modo con il quale hanno accolto il messaggio evangelico, trasmesso da Paolo, e si sforzano di imitare Gesù Cristo, i Tessalonicesi sono diventati l'esempio per tutte le comunità cristiane della Grecia. San Paolo esprime loro la sua gioia e soprattutto ne ringrazia il Signore.
a. Paolo ricorda le circostanze del suo arrivo a Tessalonica, del suo soggiorno, della sua predicazione, e come i Tessalonicesi hanno rinunciato ai loro idoli per adorare il vero Dio.
b. E in questo modo sono diventati un esempio per tutto il mondo greco: la loro fede viva s'irradia, è «contagiosa» e produce una vera emulazione.
c. Questo testo ci aiuta a capire che cos'è in sostanza la vita cristiana: incontro con la persona di Cristo Gesù, desiderio e sforzo sempre vivo di imitarlo nell'adorare il Padre e nell'amare i fratelli.
Vangelo (Mt 22,34-40): Il grande comandamento
Richiesto da un dottore della Legge di dire qual è, a suo avviso, il più grande comandamento, Gesù risponde che è quello dell'amore di Dio e del prossimo. Anche se l'Antico Testamento ne faceva due comandamenti distinti, Gesù li unifica per farne l'unico comandamento della Nuova Alleanza.
a. I rabbini giudei avevano complicato a capriccio la pratica della legge: l'avevano per così dire sezionata, per suddividerla in 613 precetti, ai quali i fedeli dovevano sottomettersi scrupolosamente.
b. A queste esigenze minuziose e impraticabili, Gesù sostituisce l'unico comandamento dell'amore, con i suoi due oggetti, subordinati uno all'altro: Dio e il prossimo.
c. Ora è tutto chiaro: per essere cristiani è necessario amare tanto i fratelli quanto Dio, essere ad un tempo dediti totalmente a Dio e anche ai fratelli. «Presumere di amare Dio - dirà san Giovanni - senza amare il prossimo, è mentire e ingannare se stessi».
Suggerimenti per l'omelia
Cristo, di cui siamo i discepoli, ci ricorda oggi che il suo grande comandamento è quello dell'amore: «Ama Dio, Padre tuo; ama tutti gli uomini, tuoi fratelli». Questo comandamento riassume ed abbraccia tutta la legge evangelica: essa è essenzialmente, per non dire unicamente, una legge di amore.
Il comando: «Amerai il Signore, Dio tuo». Dio si è rivelato al popolo ebraico come l'Emanuele, vale a dire come il Dio vivente e operante nella sua storia, che vuole non solo essere adorato, ma anche amato. E il Figlio suo si è incarnato nel seno della Vergine Maria per rendere ancor più evidente l'amore di Dio per l'uomo, e indurre così l'uomo a dare a Dio una risposta di amore, impegnando tutte le risorse del suo cuore.
- Il segno: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Dio è invisibile:
come possiamo sapere di amarlo? Il Signore ce ne indica il segno che non inganna, il segno infallibile: l'amore del prossimo. Egli considera infatti come fatto a sé stesso, sia in bene che in male, tutto ciò che noi facciamo agli altri. Perciò amare gli altri vuol dire amare Dio.
- La testimonianza: «Guardate come si amano». ~ Quelli che sono estranei alla nostra fede giudicano il suo valore e la sua autenticità dal nostro comportamento nei riguardi degli altri. É di comprensione, di dedizione, di servizio? Ai loro occhi è la sola testimonianza valida: convince, conquista, supera ogni resistenza e penetra nei cuori.
Preghiera universale
Fratelli, abbiamo sentito Cristo dirci, con autorità, che il comandamento che compendia tutta la vita cristiana è quello dell'amore: Amerai Dio con tutto il tuo cuore e il prossimo come te stesso. Lo Spirito Santo imprima questa legge nel nostro cuore, perché cerchiamo di metterla in pratica durante tutta la nostra vita.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Perché la Chiesa, animata dal soffio dello Spirito Santo, sappia rivelare agli uomini l'amore di Dio e possa riunirli tutti in questo amore; preghiamo.
2. Perché si realizzi al più presto l'unità dei cristiani nella stessa fede e nella stessa carità, e così il mondo riconosca colui che Dio ha mandato, Gesù Cristo: preghiamo.
3. I pastori, alle prese con tante difficoltà, potrebbero scoraggiarsi: perché abbiano la più assoluta fiducia nella vittoria finale dell'amore: preghiamo.
4. Perché i cristiani imparino a comunicare alle necessità dei fratelli, all'isolamento degli stranieri, all'umiliazione degli emarginati, alle sofferenze dei malati, all'agonia dei morenti: preghiamo.
5. Perché le nostre assemblee domenicali, segno della nostra unità nel Cristo, contribuiscano a comporre le nostre divergenze e a tenerci uniti nella carità fraterna: preghiamo.
Signore, tu ci fai comprendere che l'amore, posto come primo dei tuoi comandamenti, comprende tutta la Legge. Infondi in noi la forza di praticarlo tutti i giorni della nostra vita, perché essa ne sia rigenerata e vivificata, e diventi feconda di bene, sull'esempio della vita del Figlio tuo Gesù, che vive e regna con te e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Dio, Padre di tutti gli uomini, non può ascoltare la nostra preghiera, se non è ispirata dall'amore per lui e per quello dei nostri fratelli.
Parole di congedo e di saluto
Uniti in Cristo come fratelli, ricordiamoci del suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati!