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XII DOMENICA ORDINARIA - B
PERCHÉ AVER PAURA? IL SIGNORE È CON NOI
"Perché siete così paurosi? Non avete ancora féde?” (Mc 4,40)
Parole d'accoglienza e presentazione dei tema
Fratelli, ogni volta che una tempesta si scatena nella nostra vita personale o in quella della nostra famiglia, nel cammino della chiesa, dello stato o del mondo, eccoci turbati, scoraggiati, tentati di credere che tutto è perduto. « Uomini di poca fede - ci dice Gesù Cristo, come ai suoi apostoli sul lago di Tiberiade -; perché avete paura?». Se si tratta della chiesa, ne ha conosciuto lungo il corso della sua storia di. queste ore tragiche, quando si arrivava a credere che per lei era finita! Dissensi interni, scismi, eresie, persecuzioni. Sappiamo che ne è sempre risorta più viva che mai.
Ascoltiamo oggi la chiesa stessa che ci invita, non a irrigidirci di fronte alla prova in un superbo stoicismo, e ancor meno ad evadere dalla realtà con illusioni di benessere e di sogno, ma ad abbandonarci a Dio con piena fiducia.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- La potenza di Dio è visibile nello splendore dell'universo e nelle forze della natura. Sappiamo anche noi scoprirla e ammirarla? E ci ispira una piena fiducia in lui?
- Forti di questa fede, lottiamo con coraggio contro le cattive abitudini, scacciamo il rispetto umano e la viltà per proclamare e vivere apertamente il vangelo?
- Con che occhi guardiamo gli altri? Come degli estranei, come dei concorrenti da eliminare, dei nemici da vincere, o come dei veri fratelli in Cristo?
2. Invocazioni
- Signore, creatore dell'universo, dal quale traspare la tua potenza e la tua gloria, abbi pietà di noi.
- Cristo, morto e risorto per fare di noi delle nuove creature, nella grazia del Padre, abbi pietà di noi.
- Signore, ispiratore dei misteri della salvezza, della creazione e della redenzione, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Gb 38,1.8-11): Dio, creatore, signore del mare
Giobbe il giusto, di fronte al problema del dolore, non comprende. Ma Dio gli rivela la sua potenza, che rifulge nel modo con cui domina il mare scatenato. Similmente egli solo ha il potere di liberare l'uomo dalla prova. Si tratta perciò di affidarsi a lui.
a. Il libro di Giobbe è un poema di mirabile bellezza. Mette in scena un giusto che, alle prese con la sventura, esprime dei dubbi sulla giustizia di Dio: come può Dio permettere la sofferenza che non è meritata?
b. Dio non si giustifica, si accontenta di affermare tutta la sua potenza, capace di domare la violenza del mare e «l'orgoglio delle sue onde». L'uomo nella prova deve confidare in lui, e deve soprattutto guardarsi dal mormorare contro Dio.
c. Non siamo anche noi tentati, quando siamo nel dolore o abbiamo degli insuccessi, di dubitare della bontà di Dio? Avremmo torto! Illuminati dalla parola stessa di Cristo, più ancora che dal libro di Giobbe, abbandoniamoci nelle mani di Dio, che sono quelle del migliore dei padri.
Salmo responsoriale (Sal 106): Canto di ringraziamento
I versetti presi da questo salmo, esaltano la sollecitudine del Signore per coloro che lavorano nel mare, spesso in balza delle tempeste. Al loro grido di aiuto, egli placa il furore delle onde. Ogni volta che, nelle burrasche della vita, noi ricorriamo a lui, siamo certi ch'egli verrà in nostro aiuto.
Rit.: Diamo lode al Signore per i suoi prodigi.
Seconda lettura (2 Cor 5,14-17): L'uomo, creatura nuova in Gesù Cristo
In questo piccolo brano della sua lettera ai Corinzi, san Paolo ci dice che Cristo è venuto a rinnovare la creazione, in modo tale che coloro che credono in lui non sono semplicemente degli esseri umani migliorati, ma degli «uomini nuovi».
a. Con la sua morte, Cristo ha portato l'umanità ad una vera morte al peccato; ma con la sua risurrezione l'ha veramente risuscitata, totalmente trasformata e trasfigurata.
b. Partendo da questa prospettiva di fede, san Paolo aggiunge che egli non considera più gli altri come dei semplici uomini, ma come degli esseri nuovi che comunicano alla vita di Cristo.
c. Che mistero stupendo! Ad ognuno di noi non rimane che riconoscere questo amore di Cristo, farlo nostro, e diventare anche noi «con lui e in lui» una creatura nuova, cioè un vero cristiano.
Vangelo (Mc 4, 35-41): La tempesta sedata
Un giorno Gesù, in barca con i suoi discepoli nel lago di Tiberiade, è sorpreso dalla tempesta. Stanco, egli si era addormentato sul fondo della barca. Gli apostoli, in preda alla paura, lo svegliano. Egli calma la tempesta, ma rimprovera ai suoi la loro mancanza di fede.
a. E stato, senza dubbio, per rassicurare e confortare i primi cristiani di Roma, sconvolti dalla persecuzione scatenata contro di loro, che Marco ha narrato questo episodio della tempesta sedata.
b. Gli apostoli, impressionati da questo miracolo veramente straordinario, si sentono confermati nella loro fede in Cristo; ma Gesù nondimeno li rimprovera per la loro mancanza di fede.
c. La tempesta, le onde infuriate, la barca in pericolo, non sono tutte immagini della vita della chiesa e anche della nostra vita? Crisi, persecuzioni, prove di ogni sorta. Sapremo ricordarci che Dio non dorme? Non perdiamo mai la fiducia in lui!
Suggerimenti per l'omelia
«La vita cristiana - ho letto da qualche parte - non è certo una crociera in placido mare». Cristo non ha cullato i suoi discepoli nelle illusioni: li ha anzi prevenuti. E allora quale dev'essere il loro comportamento, quando il mare della vita si ingrossa?
- Non spaventarsi, ma capire che è una cosa normale. La nostra natura è decaduta, il peccato ha portato il disordine nell'opera di Dio. Benché ammonito, l'uomo è passato sopra gli ordini di Dio. È ciò che la teologia chiama «peccato originale». Noi ne subiamo le conseguenze. Prove di ogni sorta, divisioni e guerre, malattie ed epidemie, tentazioni e cadute, è una interminabile litania al seguito del peccato. Onde infuriate, oceano scatenato...
- Resistere alla tempesta: ma come? Ricorrendo a Cristo, unico salvatore mandato da Dio. Il nostro grido a lui dev'essere quello degli apostoli, minacciati di soccombere: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ma nello stesso tempo aver pazienza, se l'aiuto non ci viene immediatamente. Cristo dorme nel fondo della barca. Rassicuriamoci! È lì, e anche nel sonno veglia.
- Andare anche noi in aiuto ai fratelli. L'espressione «ognuno per sé» non è certo adatta ad un discepolo del vangelo. Il grande comandamento, dopo averci detto di amare Dio con tutto il nostro cuore, ci ordina anche di amarci gli uni gli altri come fratelli. E quelli che, secondo la parola di Cristo, devono godere i privilegi della nostra bontà, sono i poveri, i piccoli, i malati, i senzatetto.
Esposti dunque alle prove della vita, resistiamo con coraggio, per la virtù della fede in Cristo. Egli calmerà la tempesta.
Preghiera universale
Fratelli, la vita dell'uomo sulla terra è una battaglia, un combattimento, spesso perfino una vera tempesta. Preghiamo di tutto cuore come veri fratelli, per domandare a Dio che le onde dello scoraggiamento non ci sommergano, ma che in ogni evento rimanga in noi la forza incrollabile della speranza cristiana.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Per la chiesa, la barca di Pietro, sì duramente sbal lottata dai flutti dell'inferno. Affinché, secondo la promessa di Cristo, le potenze del male falliscano nelle loro imprese di morte: preghiamo.
2. Per la nostra misera umanità, sconvolta, angosciata davanti ad un orizzonte carico di minaccia. Affinché si decida a rivolgersi al Signore, constatando che i mezzi umani si rivelano così deludenti e inefficaci: preghiamo.
3. Per la gente del mare, marinai, navigatori, pescatori e passeggeri. Affinché si ricordino di ricorrere a Dio ed egli li salvi, quando la tempesta infuria. Preghiamo.
4. Per i giovani alle prese con le moderne ideologie, quasi tutte atee, che mettono in pericolo la loro fede. Affinché invece la fortifichino con la lettura e la meditazione del vangelo: preghiamo.
5. Per la nostra comunità: affinché, fermi e saldi nella nostra fede, possiamo dare una testimonianza vivente e confortatrice ai nostri fratelli che si trovano nel dubbio: preghiamo.
Signore Gesù, tu hai imposto silenzio al vento e alle onde infuria-te. C'è una tempesta di altro genere, più violenta ancora, scatenata contro di noi. Ascolta il nostro grido di aiuto e vieni in nostro soccorso. Confidando nelle tue promesse e sorretti da una speranza a tutta prova, ci sentiamo sicuri della vittoria finale. Tu che regni con il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Può un bambino dubitare di suo padre? E potremo noi, uniti a Cristo, dubitare del nostro Padre celeste? Recitiamo quindi con invitta fiducia la preghiera stessa che Cristo ci ha insegnato.
Parole di congedo e dl saluto
Nel turbine degli avvenimenti della settimana che incomincia, restiamo calmi e sereni, nella certezza che Cristo veglia insieme con noi.