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Gesù, una cosa sola con il Padre
A cura di Vienna International Religious Centre
Chi non porta in fondo al cuore la nostalgia di una casa, oasi di pace e di riposo dove riprendersi dalle tempeste della vita? A un desiderio così umano Gesù risponde con l'annuncio della sua partenza: precede i discepoli per preparare loro una casa, al termine del cammino. "Io sono la via": una strana espressione, che come l'altra: "Io sono la porta" (Gv 10,7), presuppone l'esperienza pasquale e intende mettere in luce il suo significato profondo.
"Del luogo dove io vado, voi conoscete la via" (Gv 14,4). Si comprende l'equivoco di Tommaso e di Filippo: i due discepoli vorrebbero localizzare questa via, identificare il luogo dove potranno vedere il Padre. Ma qui non serve la carta topografica: Gesù è la via per andare al Padre, è lui che bisogna seguire. Anzi, molto di più: chi ha visto lui, ha visto il Padre. Gesù è la via, perché nello stesso tempo è la verità e la vita. La verità: in lui si incarna e si esprime l'assoluto che gli uomini cercano e per il quale sono fatti. La vita: attraverso il dono che egli fa incessantemente di se stesso, e attraverso le opere che suscita fra i credenti.
In sostanza, Gesù è via, verità e vita perché è una cosa sola con Dio: è nel Padre, e il Padre è in lui. Se vogliamo mantenere la purezza della nostra fede, non dobbiamo dimenticare mai che è fede "cristiana". Questo significa che non crediamo in un Dio senza volto. Al contrario, "il cristianesimo è la religione dei volti" (O. Clément). In essa impariamo a riconoscere Dio nel volto di Gesù di Nazaret, il nostro "precursore" (Eb 6,20). Continuando sulla terra le opere del Figlio, riconoscendolo nel volto sfigurato degli uomini di cui ha condiviso le sofferenza morendo sulla croce; camminiamo con lui verso la nostra dimora definitiva. Davvero "ci condurrai alla strada della vita e ci aprirai la tua casa, Signore!".