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Dio ci parla di Dio
A cura di Vienna International Religious Centre
Come parlare di Dio? E chi potrebbe comprenderlo? Di fronte a lui siamo come quel bambino che si trovava davanti all'immensità sconfinata del mare: attingeva acqua, ed era come se non avesse preso nulla; versava l'acqua sulla sabbia, e la vedeva infiltrarsi e scomparire. Come definire ciò che trabocca da ogni lato? Come cercare di esprimerlo, senza avere almeno una certa esperienza dell'infinito delle acque? Per conoscere l'oceano, la cosa migliore sarebbe spingersi al largo fino a perdersi in esso.
Non si può parlare di Dio se prima non si è imparato a parlare a lui: gli uomini di preghiera ce ne danno una prova. La nostra è sempre una risposta all'iniziativa di un Dio che si rivela nell'intimità della fede, per dire il suo nome. Perché Dio solo è veramente capace di parlare di Dio, e lo fa diventando uomo in Gesù Cristo. Gesù di Nazaret è il volto umano dell'amore di Dio: nella sua persona, la pienezza della divinità ha dimorato nella nostra carne, e il suo Spirito mormora in noi il nome segreto: "Abbà", Padre! Tuttavia la rivelazione del Dio trinità rimane quella di un mistero, cioè di una realtà che supera i limiti di qualsiasi definizione: quanto ci viene detto di Dio non può che rimandarci continuamente a un Dio inesprimibile. "Dio ha tanto amato il mondo ..." (Gv 3,16).
San Giovanni apre uno spiraglio sul mistero di Dio e del suo disegno nei nostri confronti. Come i tre stranieri divenuti ospiti di Abramo alle Querce di Mamre, così Dio ci vuole compagni della sua eternità: per spezzare il suo pane con noi, per dividere il cibo della vita in un'intimità senza fine. "Dire a qualcuno: ti amo, è dirgli: non morirai!" (G. Marcel). Bisogna risalire fino alla vita profonda di Dio per comprendere che l'amore del Padre per l'umanità procura la vita eterna a chi crede in Gesù Cristo.